Il mio acquaterrario
Fin dai miei primi approcci all'acquariofilia sono sempre rimasta affascinata dai paludari: acquari aperti sviluppati in altezza, con una zona predominante di piante emerse. Ciò che non mi piaceva di quest'ultimi, era la scarsa quantità d'acqua riservata ai pesci, infatti i paludari sono perlopiù dedicati ad anfibi. Poi ho scoperto gli acquaterrari: un acquario a tutti gli effetti, con una zona emersa, solitamente meno sviluppata di quella prettamente acquatica, in cui ricreare scenari di fiume o di foreste tropicali compresi di cascate, effetto nebbia e giochi d'acqua...inutile dire che è stato amore a prima vista! Per anni ho desiderato allestire un acquaterrario ed ho consultato vari articoli e video sul web per studiarne la realizzazione, finchè finalmente mi sono decisa a realizzarne uno.
Segnalo alcuni canali youtube che ho trovato molto utili per lo studio della progettazione:
Il progetto del mio acquaterrario si è basato sulla tipologia di pesce che ho attualmente in un acquario da 200 litri lordi: 5 oranda, di cui un faintail e 4 teste di leone (3 calico ed un testa rossa). Volevo dare più spazio ai miei pesciotti, ormai piuttosto cresciuti, senza rinunciare alla possibilità di avere allo stesso tempo un layout particolare, cosa difficilmente conciliabile con questa tipologia di pesce.
Così mi sono messa alla ricerca di una vasca più grande da poter sistemare in casa, su un supporto che avevo già a disposizione. Il mobile in questione era stato realizzato in ferro tubolare da mio marito, proprio per sostenere due acquari da 60 litri circa, che avevo dedicato a dei pesci che adoro, oltre i pesci rossi: i betta splendens, poi nel corso degli anni hanno ospitato anche altri pesci, come i ramirezi ed uno dei due è stato convertito in nanoreef. Nel momento in cui ho dismesso la piccola vasca marina per passare ad una di litraggio superiore, ho iniziato a valutare la possibilità di eliminare l'acquario più piccolo, rimasto solo su quel supporto così ampio, sostituendolo con uno più grande in cui trasferire gli oranda, sistemati altrove.
Dopo un po' di ricerche sui mercatini locali, su segnalazione di un amico acquariofilo, ho trovato la vasca perfetta per il mio scopo: un acquario marino appena dismesso da 300l. Le dimensioni della vasca: 120l x 45p x 60h cm...praricamente sembrava quasi fatta su misura per il mio supporto e per il mio progetto e, inoltre, essendo una vasca marina, presentava sulla parete posteriore 3 fori che avrei potuto comodamente sfruttare per il passaggio di tubi e cavi.
Questa la vasca come si presentava appena portata in casa:
Prima di partire con la progettazione di massima ho stabilito dei punti irrinunciabili da includere nella pianificazione:
- Massima quantità di acqua per i miei oranda: 250l circa
- Due cascate con effetto nebbia
- Una struttura non troppo pesante
Questo un primo schizzo del progetto:
Avrei preferito usare dei pannelli neri, ma non li ho trovati, così li ho presi bianchi, ma ho dipinto la parte dedicata alla zona sommersa di nero con uno spray acrilico e poi rivestito con plastifilm a pennello.
Questa la teca finita fissata per mezzo dei 3 passaparete già presenti nella vasca marina:
Mio marito mi ha ritagliato la "mensola" (con la mola ed un disco per pvc) e fatto dei buchi in corrispondenza del passaggio dei tubi, in corrispondenza dei passaparete:
Per fissare la mensola alla teca in forex ho pensato di realizzare 5 staffe in plexiglas, avanzo di un lavoro precedente. Anche in questo caso le staffe sono state ritagliate con la mola, poi piegate ad elle con la pistola ad aria calda, forate col trapano, incollate alla mensola con del silicone ed infine fissate al forex (forato in corrispondenza) con delle fascette da elettricista.
Staffa in plexiglass |
Sfondo applicato nella parte inferiore della mensola |
Nella foto sottostante si può vedere imeglio la mensola, con relativo sfondo e staffe, fissata sulla teca:
In realtà le staffe, per essere più funzionali nella distribuzione del peso sulla mensola, avrei dovuto metterle al contrario, ma ho preferito questa disposizione per un fatto estetico (in questa posizione potranno essere completamente coperte senza problemi), considerando che il peso sarebbe stato non eccessivo e soprattutto la presenza dei passaparete come ancoraggio del forex al vetro.
A questo punto ho iniziato a realizzare la plafoniera: una barra rettangolare di alluminio lunga 1 metro appesa al soffitto con dei cavetti di acciaio, alla quale ho fissato alle estremità due faretti led da esterno da 50 watt ciascuno e luce da 6500 Kelvin, più, al centro, una plafoniera led AquaBeauty dimmerabile (per ricreare l'effetto alba e tramonto) da 35 watt che avevo utilizzato inizialmente sul nanoreef, con uno spettro compatibile anche per le piante.
Queste i due faretti, presi su Amazon:
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Per i faretti ho dovuto comprare a parte cavo e presa, non compresi.
Questo lo spettro della plafoniera AquaBeauty:
Questa la struttura una volta assemblata e appesa al soffitto:
In totale 135 watt ma con l'utilizzo di due timer ho regolato le 3 luci in modo tale da avere un massimo di 50+25 watt, cioè 2 ore di alba in cui la plafoniera AquaBeauty arriva al massimo per il canale dei bianchi e al 50% dei blu, poi si accende il faretto di sinistra per 4 ore, quindi si spegne questo e si accende quello di destra per 4 ore, infine due ore di tramonto con accesa solo la plafoniera centrale.
Dopo aver sistemato le luci sono passata alla realizzazione del layout di supporto per le piante. Avrei preferito usare rocce vere, ma per evitare un carico eccessivo, impossibile da sopportare per la mia teca in forex, e per garantire ai pesci la massima quantità possibile di acqua, ho optato per la realizzazione di una struttura in poliuretano espanso che avrebbe simulato delle montagne. Per quest'ultime ho utilizzato delle lastre di polistirolo, dei piccoli contenitori in plastica di varie misure e del poliuretano espanso.
Per prima cosa ho recuperato il polistirolo che avevo conservato nel corso del tempo: principalmente si tratta di box termici derivanti da acquisti di pesci e coralli; poi ho disegnato degli schizzi di profili di montagne che ho ritagliato col taglierino.
Dopo aver ritagliato una quantità sufficiente di "profili montani", ho fatto una piccola prova di "allestimento". Nella foto sottostante è presente anche una montagna "di prova" fatta solo col poliuretano.
A questo punto, per gestire meglio la progettazione dell'allestimento, ho ricreato una teca in cartone, corrispondente a quella in forex inserita in vasca, in modo tale da per poter lavorare più comodamente in orizzontale (sul pavimento) ed ho cercato di creare un layout con le rocce finte, questo il risultato, la disposizione finale:
Ho stabilito il punto in cui inserire le due cascate previste e sono passata alla realizzazione dell'impianto idraulico per queste ultime, pianificato come indipendente dalla filtrazione dell'acquario (affidata ad un potente filtro esterno).
Per le cascate ho previsto la presenza di due piccoli "serbatoi" ai quali far arrivare l'acqua tramite una pompa e un tubo con un innesto a "t". La presenza dei serbatoi d'acqua è stata determinata dall'intento iniziale di voler ricreare un effetto nebbia utilizzando due nebulizzatori ad ultrasuoni. I tubi li ho inseriti all'interno di un tubo rigido, la classica cannetta da elettricista, modellata in forma semicircolare utilizzando sempre la pistola ad aria calda.
Dal retro della montagna ho tagliato e scavato il polistirolo ed il poliuretano per ricavare lo spazio per i tubi e le vaschette:
Le zone delle due montagne in corrispondenza dei serbatoi sono poi state incise col taglierino anche sul davanti, per far in modo da ricreare due nicchie accessibili in cui inserire/sostituire i nebulizzatori.
A questo punto ho utilizzato dei ritagli di polistirolo per creare ulteriori rilievi sulle montagne e delle altre vaschette per aumentare il numero dei vasetti per le piante.
Ecco come si presenta la "catena montuosa" dopo l'ulteriore rivestimento col poliurertano:
Col senno di poi, posso dire che sarebbe stato molto meglio pianificare fin dall'inizio la forma finale da dare alle montagne ed il percorso delle cascate, quindi costruire fin da subito una struttura da rivestire in poliuretano, piuttosto che procedere come ho fatto finora: ho perso molto più tempo ed ho sprecato una bomboletta di poliuretano creando montagne che non ho poi utilizzato.😒
Dopo aver fatto il collaudo delle cascate per verificarne la funzionalità (essendo alimentate dalla stessa pompa è importante controllare che si trovino alla stessa altezza, altrimenti l'acqua fuoriesce solo da quella posta più in basso), sono passata a fare qualche prova di disposizione delle radici: quelle più articolate nella zona emersa e quelle più lineari e semplici nella zona acquatica. Questa scelta è stata determinata dalla tipologia dei pesci ospitati, sono gandini e un po' goffi nel nuoto e non voglio che si trovino incastrati tra i rami...
Prima di dipingere le rocce le ho scolpite con un coltello da cucina, per renderle più realistiche: meno tondeggianti e dotate di una texture più simile alle rocce reali. Per questo lavoro ho seguito un tutorial molto utile:
Per la pittura ho trovato utile anche quest'altro tutorial:
Dopo aver passato una prima mano di acrilico nero con lo spray, ho voluto ricontrollare l'effetto delle radici:
Tolte le radici ho sistemate le zone rimaste scoperte con del poliuretano avanzato:
Quindi ho ripassato col nero spray, poi ho usato il marrone spray ma l'effetto non mi piaceva, per cui ho proseguito con gli acrilici a pennello. Ho usato il rosso mattone, il bianco e il giallo ocra con generose pennellate di colore, poi ho spruzzato acqua per diluire ed uniformare il tutto, evidenziata qualche zona con qualche tocco di colore (giallo ocra + bianco) col pennello asciutto ed infine ho passato l'acrilico bianco spray per rendere meno accesi i colori.
Fasi della pittura:
Questo il risultato finale, dopo aver dato qualche ultimo colpo di luce con il pennello a secco, usando il bianco mischiato all'ocra e, dopo aver aspettato l'essicazione degli acrilici, ho passato tre mani di plastifilm spray:
Particolare delle rocce:
...Non so perché ma l'effetto finale mi ricorda una mia vecchia borsa pitonata anni 90' 😂
Ho usato due nebulizzatori tipo questo nella foto sottostante (per nebulizzare hanno bisogno di un livello di acqua di 5 cm), ognuno collegato ad un alimentatore da 30 watt.
Dopo aver chiuso le nicchie delle cascate semplicemente appoggiando ad incastro i pezzi tagliati col taglierino, ho inserito le radici infilandole in parte nel poliuretano, in parte appoggiandole sui vetri della vasca, in modo tale da renderle removibili.
Inizialmente avevo pensato di rivestire la parete sinistra della teca con delle cortecce, poi ho preferito la rete della palma da cocco, utilizzata anche per coprire la mensola di appoggio per le montagne.
Prima di cominciare a sistemare il muschio, ho incollato con del cianoacrilato in gel (inerte una volta essiccato) dei pezzetti di rete di palma sulle montagne, per far in modo di farlo attecchire più facilmente sulle finte rocce.
Nei vasetti per le piante ho inserito: sul fondo dell fibra di cocco fertilizzata, reperibile all'Ikea, poi uno strato di Manado (fondo per acquario simile all'argilla espansa ma in granulometria fine) mischiato a del lapillo vulcanico
Fibra di cocco |
Manado |
Lapillo vulcanico |
Il muschio che ho utilizzato proviene principalmente da un luogo in zona in cui è possibile prelevarlo.
Queste le montagne e le radici dopo aver appoggiato il muschio sulle zone in cui ho attaccato la rete di cocco:
Queste le piante che ho scelto, prese all'OBI:
Piante:
- Chamadorea elegans
- Areca
- Nephrolepis exaltata
- Asparagus plumosus
- Begonia beleaf
- Fittonia forest flame
- Fittonia superba lemon
- Calathea
- Chlorophytum
- Mini spathiphyllum
- Phalaenopsis
- Vriesca rossa, arancio e bordeaux
- Peperomia
- Hibiscus rosa
Piante prelevate in zona, in prossimità del muschio ed epatiche
Per sistemare le piante nelle diverse dislocazioni: vasetti, mensola, montagne e nicchie varie create dalle radici, per prima cosa ho provveduto a privarle completamente del terriccio presente nel vasetto in cui si trovavano ed ho sciacquato per bene le radici allo scopo di evitare contaminazioni dell'acqua nella vasca e futuri sviluppi di alghe non gradite. Poi ho disposto alcune piante direttamente nei vasetti nascosti dentro le montagne, mentre per tutte le altre ho creato una specie di kokedama usando il manado ed il polyfill, il tutto rivestito o con muschio avanzato o con rete di cocco fissato con degli elastici.
Risultato finale:
Dopo aver terminato l'allestimento della zona emersa, ho riempito la vasca fino al livello stabilito (sotto la mensola) ed ho inserito un sacchetto di carbone attivo vicino alla pompa per le cascate, per esser certa di eliminare completamente qualsiasi residuo di pittura o sostanze indesiderate portate dal terriccio del muschio e delle piante.
A questo punto per una settimana circa ho osservato l'evaporazione dell'acqua, il grado di umidità e soprattutto l'andamento delle piante in questa disposizione. Mi sono resa conto della necessità di effettuare delle modifiche: la prima per quanto riguarda il grado di umidità. Purtroppo i due nebulizzatori, contrariamente a quanto immaginavo, non garantiscono un grado di umidità sufficiente nonostante siano sempre accesi ed è necessario integrare manualmente con lo spruzzino ogni tre ore circa.
La seconda modifica riguarda la quantità di luce che arriva in vasca. Quando ho fatto le prove con faretti e plafoniera a vasca vuota la luce, benché un po' debole, riusciva ad illuminare a sufficienza anche la vasca sottostante, ma con l'inserimento delle piante sui rami, si sono create delle cospicue zone d'ombra che non avevo previsto, ragion per cui si è reso necessario un incremento della quantità di luce.
Per ovviare a questi due inconvenienti ho pensato di inserire un impianto automatico di irrigazione nebulizzata e delle luci impermeabili posizionate a bordo vasca, ma di questi cambiamenti ve ne parlerò nel prossimo post dedicato all'allestimento della zona acquatica.